Su molte tavole regna il carne di pollo: leggero, veloce da preparare e associato a una dieta “fit”. Tuttavia, sullo sfondo sorge una domanda che può rovinare l’appetito: esiste una parte del pollo più malsana, che è meglio evitare? La risposta non è ovvia, perché molto dipende dalla parte che scegliamo e da come la cuciniamo. Vale la pena mettere ordine tra i fatti per decidere consapevolmente cosa mettere nel piatto, invece di lasciarsi guidare solo dall’abitudine o dalla tentazione croccante della padella o della griglia.
Perché mangiamo così spesso carne di pollo

Il pollo è presente ogni giorno sia nei pranzi casalinghi che nei piatti da asporto più popolari. Ciò è favorito dalla sua praticità, dal suo sapore delicato e dal fatto che il pollame è associato a una cucina più leggera rispetto al maiale. I nutrizionisti sottolineano che le parti magre del pollo, in particolare il petto senza pelle, possono benissimo inserirsi in una dieta equilibrata. Non c’è da stupirsi che il pollame sia la scelta preferita delle persone attente alla linea e fisicamente attive. La chiave, tuttavia, sta nei dettagli, soprattutto nella quantità di grassi che effettivamente mangiamo.
- La carne di pollo è facilmente reperibile e versatile in cucina, dalle zuppe ai piatti al forno.
- Le parti magre hanno relativamente poche calorie: circa 110-120 kcal in 100 g di petto crudo senza pelle.
- il pollame fornisce proteine complete, vitamine del gruppo B e minerali come fosforo e selenio.
La parte più malsana del pollo: la pelle
Gli esperti di nutrizione concordano sul fatto che la parte più problematica del pollo è la pelle. È proprio questa a rendere il piatto pesante e calorico. La pelle contiene decisamente più grassi della carne stessa e, quando viene fritta o grigliata, assorbe anche olio e marinate. Non c’è da stupirsi che molte persone sospirino al pensiero di una crosta croccante – anche noi – ma dal punto di vista dietetico è proprio questa la parte che suscita più riserve.
- La pelle contiene pochissime vitamine e minerali rispetto alla carne magra,
- è lì che si concentrano alti livelli di colesterolo e grandi quantità di grassi saturi,
- è la parte che si brucia più facilmente, e questo porta alla formazione di composti aggiuntivi dannosi dal punto di vista di una sana alimentazione.
I dietologi sottolineano spesso che la semplice rimozione della pelle dalla porzione di carne prima della cottura o subito dopo la lavorazione riduce significativamente il contenuto di grassi nella porzione. Questo vale sia per il petto che per le cosce e le sovracosce. Se di tanto in tanto ci concediamo la pelle, è meglio cuocerla ad alta temperatura piuttosto che friggerla a lungo in olio bollente. Nella dieta quotidiana, tuttavia, è preferibile considerare la pelle come un contorno di cui si può semplicemente fare a meno.
Alette e altre parti con molta pelle

Gli esperti prestano particolare attenzione alle alette. Sono costituite principalmente da ossa e pelle, quindi hanno poca carne ma molto grasso, soprattutto se impanate e fritte in olio profondo o servite con salse tipiche dei fast food. In termini di valore nutrizionale, sono peggiori delle cosce o del petto senza pelle, e allo stesso tempo è molto facile esagerare con loro, perché sono “da un solo boccone”.
Più pelle c’è in una porzione di pollo, più grasso e calorie ci sono: è una regola semplice che i dietisti ricordano.
In cucina è quindi meglio considerare le ali come uno spuntino occasionale piuttosto che come un elemento fisso del pranzo. Cotte al forno, senza impanatura, con una quantità moderata di olio, sono sicuramente una scelta migliore rispetto alle versioni fritte. Tuttavia, rimangono comunque una parte in cui la quantità di pelle è così elevata che è difficile parlare di un pasto leggero e quotidiano.
Frattaglie di pollo, compresi i polmoni
Un argomento a parte sono le cosiddette frattaglie. Fegato, cuori o stomaci possono fornire preziosi nutrienti, ma richiedono moderazione e un’accurata lavorazione. I polmoni di pollo, raramente disponibili in commercio, suscitano i maggiori dubbi. Si tratta di un organo che filtra l’aria, quindi può accumulare più impurità e microrganismi rispetto ai muscoli. Le ricerche indicano che nel pollame crudo possono essere presenti, tra l’altro, batteri del genere Listeria, in particolare nei tessuti più difficili da sottoporre a una completa lavorazione termica. Per questo motivo, molti specialisti sconsigliano di includere i polmoni nella dieta quotidiana. Per la maggior parte delle persone, la scelta più sicura per l’alimentazione quotidiana rimane quella delle parti magre del pollo senza pelle, preparate con moderazione e senza eccesso di grassi.
