Vai al contenuto

Non servite questo pesce a Natale. Provoca diarrea

Quale pesce al posto del carpa? I pesci grassi stanno diventando sempre più popolari sulle tavole come alternativa moderna al carpa e al salmone. Gli esperti avvertono che questa è una delle scelte natalizie più rischiose. I pesci burrosi, i cosiddetti butterfish, possono essere nocivi e causare gravi intossicazioni alimentari. Alcuni paesi ne vietano la vendita!

Pesce burro al posto del carpe per la vigilia di Natale? Sembra una novità, ma in realtà è una pessima idea

Per anni il carpe è stato per molti il simbolo della cena natalizia, anche se non tutti lo apprezzano dal punto di vista culinario. Inoltre, il prezzo del carpe quest’anno scoraggia i suoi buongustai. Non c’è da stupirsi quindi che ogni anno aumenti il numero di persone alla ricerca di alternative come ad esempio il tołpyga, lo storione, la trota e, recentemente, anche il pesce grasso, molto popolare nelle friggitorie sul Mar Baltico. Un pezzo di carne bianca invitante, delicato, eccezionalmente grasso (contenuto di grassi superiore al 20%) che si scioglie in bocca, sembra il candidato ideale per rinnovare il menu della vigilia. Il problema è che questa scelta potrebbe rivelarsi non solo sbagliata, ma addirittura dannosa per la salute.

Pesce burroso dalla reputazione inquietante

I pesci burrosi, i cosiddetti butterfish, sono un termine commerciale che indica diverse specie di pesci marini, tra cui l’escolar e il kostropak. Si trovano nell’Oceano Atlantico, Indiano e Pacifico, nonché nel Mar Mediterraneo.

I pesci burrosi nei negozi, etichettati come “butterfish” e talvolta anche, erroneamente, come “palometa”, attirano con la loro carne lucida e la promessa di delicatezza. In realtà, però, sotto questo nome si nascondono spesso specie della famiglia dei truleńców (tra cui Lepidocybium flavobrunneum o Ruvettus pretiosus).

I pesci burrosi sono tra i pesci che possono provocare reazioni molto spiacevoli, e talvolta anche drammatiche, da parte dell’apparato digerente. E anche se sembra una leggenda metropolitana, il problema è più che reale. Non a caso paesi come l’Italia e il Giappone hanno vietato la vendita di escolara e kostropak.

Da dove derivano i problemi dopo aver mangiato il pesce burro? La risposta sta nel suo grasso

La carne dei pesci burro contiene una concentrazione eccezionalmente alta di esteri cerosi (esteri grassi), che il corpo umano non è in grado di digerire. Nel caso dell’escolar, ad esempio, questi grassi possono costituire fino al 20% del peso della carne! In molte persone questo provoca una reazione intestinale violenta, definita in gergo tecnico keriorrhea. L’effetto è talmente forte che nei rapporti sanitari viene descritto come “secrezione improvvisa e incontrollata di olio arancione”.

Peggio ancora, i pesci grassi tendono ad assorbire il mercurio. Sono anche pesci calorici. L’escolar contiene circa 260 calorie in 100 grammi, quindi il doppio rispetto al tonno.

I pesci grassi possono causare problemi di salute:

  • Steatorrea (diarrea oleosa): gli esteri di cera non digeriti vengono espulsi dall’organismo sotto forma di macchie oleose nelle feci. Questo sintomo, sebbene non pericoloso, può essere fastidioso e causare disagio.
  • Dolori addominali e flatulenza: in alcune persone, il consumo di grandi quantità di pesce grasso può provocare questi sintomi.
  • Difficoltà respiratorie, prurito cutaneo, gonfiore della lingua.

Il pesce grasso è allettante, ma la vigilia di Natale non è il momento giusto per esperimenti rischiosi

La tavola delle feste non è il luogo adatto per sorprese che potrebbero costringervi a lasciare improvvisamente la cena della vigilia per correre in bagno. Se quest’anno volete provare qualcosa di nuovo, è meglio optare per pesci che siano sia sani che ben tollerati: trota, smeriglio, halibut o il classico salmone.

Condividi